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Comunicato stampaPubblicato il 26 settembre 2025

Panoramica sull’acquisto di droni per l’impiego militare

Berna, 26.09.2025 — Nella sua seduta del 26 settembre 2025 il Consiglio federale ha adottato il rapporto «Acquisti di droni per l’impiego militare. Esiste necessità d’intervento?» in adempimento del postulato Dittli 23.3209. Il rapporto fornisce una panoramica a livello di organizzazione e specifica ai progetti nel settore dei droni e della difesa dai droni nel DDPS. Illustra inoltre la collaborazione del DDPS con la base tecnologica e industriale rilevante in materia di sicurezza (STIB) della Svizzera e le condizioni quadro normative della legislazione in materia di esportazioni e acquisti.

La crescente importanza dei droni nei conflitti armati e il rapido sviluppo tecnologico nei settori della robotica e dell’intelligenza artificiale pongono le forze armate di tutto il mondo di fronte a nuove sfide. Dal 2019 l’Esercito svizzero ha costantemente introdotto diversi sistemi di micro e minidroni per sviluppare le proprie competenze. In aggiunta vengono portati avanti altri progetti come quello relativo alla «Loitering Munition», che riguarda la capacità di colpire con precisione obiettivi al suolo con sistemi d’arma parzialmente autonomi, o la «Difesa da minidroni».

Il rapporto «Acquisti di droni per l’impiego militare. Esiste necessità d’intervento?» in adempimento del postulato del consigliere agli Stati Josef Dittli (23.3209) analizza la situazione di partenza in Svizzera, mostra i potenziali in ambito di cooperazione con il mondo della ricerca e il settore industriale ed esamina proposte per possibilità di finanziamento alternative.

Collaborazione consolidata

Nel Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) la competenza in materia di tecnologia dei droni è ripartita tra diverse unità organizzative. Il Centro svizzero dei droni e della robotica DDPS, che si concentra sulla ricerca e sul collaudo tecnico, e il Centro di competenza droni e robotica della Difesa, che si occupa dell’attuazione tattico-operativa, si completano a vicenda. Entrambi sono sostenuti dai programmi di innovazione dell’esercito, da Swiss Innovation Forces SA e dall’organizzazione «Spazi di innovazione del DDPS». Quest’ultima offre piattaforme metodiche per lo sviluppo sperimentale di tecnologie rilevanti sotto il profilo della sicurezza. L’obiettivo è quello di sfruttare meglio le sinergie e di integrare in modo più rapido le innovazioni nelle attività quotidiane delle truppe.

Il rapporto mostra che anche la collaborazione con la base tecnologica e industriale rilevante in materia di sicurezza (STIB) e con le università riveste un ruolo importante. Nonostante il crescente interesse di rifornire il mercato militare, in Svizzera non vengono prodotti droni che rientrerebbero nell’ambito di applicazione della legge federale sul materiale bellico. Nel confronto internazionale, la prassi in materia di autorizzazione d’esportazione di materiale bellico è diventata più restrittiva dopo l’inasprimento della legge sul materiale bellico, in vigore dal 1° maggio 2022. In questo contesto, l’industria svizzera degli armamenti si trova a fare i conti con un calo delle possibilità di esportazione, dalle quali però dipende a causa delle dimensioni limitate del mercato interno. Inoltre si sta esaminando in che modo la STIB possa ottenere un migliore accesso ad ambienti di test adeguati al fine di promuovere ulteriormente lo sviluppo e l’innovazione nel settore dei droni.

Processo degli acquisti ricco di sfide

L’acquisto di droni si svolge sulla base di chiare norme etiche e dettate dal diritto internazionale. La Svizzera si impegna a rispettare il diritto internazionale umanitario (DIU) e rifiuta sistemi d’arma autonomi che operano senza controllo umano. A livello internazionale si adopera per l’adozione di standard vincolanti per lo sviluppo di tali tecnologie.

Il processo degli acquisti per il materiale dell’esercito è strutturato in modo chiaro e prevede diverse fasi. In particolare per quanto riguarda i droni, la cui tecnologia evolve rapidamente, la durata di questo processo rappresenta una sfida. Con l’introduzione del messaggio sull’esercito basato sulle capacità e l’acquisto scaglionato di sistemi, questo problema viene perlomeno parzialmente alleviato nella misura in cui una parte dell’esercito potrà disporre regolarmente di droni e di sistemi di difesa dai droni all’avanguardia. L’acquisto classico resta l’approccio preferito, poiché a lungo termine permette di avere il controllo e offre possibilità di adeguarsi alle esigenze militari.

Necessità d’intervento a livello di istruzione e di autoprotezione

Il rapporto mostra la necessità di intervenire sui posti di istruzione, affinché l’esercito possa collaudare, istruire, allenare e simulare attraverso scenari realistici che prevedono l’impiego di droni militari e anche la difesa da questi ultimi. L’esercito sta lavorando per trovare soluzioni in collaborazione con le autorità di regolamentazione rilevanti. Si sta valutando se l’istruzione e i test possano essere eseguiti in Svizzera. Una possibilità sarebbe, ad esempio, lo svolgimento di esercitazioni limitate nel tempo e circoscritte a determinate aree, al fine di ridurre al minimo l’impatto sulla popolazione. Se questo non fosse possibile, saranno esaminate alternative come, ad esempio, l’impiego di piazze d’esercitazione delle truppe all’estero. Sarà inoltre necessario creare le condizioni tecniche, organizzative e giuridiche affinché l’esercito sia in grado di difendersi attivamente dai droni per autoproteggersi già durante lo svolgimento delle attività quotidiane. A tal fine si sta valutando come applicare le basi legali esistenti in materia di autoprotezione o, se necessario, ampliarle.