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Comunicato stampaPubblicato il 19 novembre 2025

Il Consiglio federale intende contrastare i siti truffa

Berna, 19.11.2025 — Negli ultimi anni in Svizzera il numero degli episodi legati alla criminalità digitale è più che raddoppiato. Nel quadro del rapporto «Bloccare i siti truffa. Coordinamento nazionale per contrastare le truffe su Internet» in adempimento del postulato 22.3457 Müller-Altermatt il Consiglio federale ha sottoposto a verifica il coordinamento tra le autorità, la polizia e i gestori di registri in relazione alle attività di lotta ai siti truffa. Il rapporto approvato dal Consiglio federale in occasione della sua seduta del 19 novembre 2025 giunge alla conclusione che in linea di massima gli strumenti giuridici esistenti funzionano, ma devono essere applicati in maniera più sistematica.

I siti web fraudolenti come shop falsi e piattaforme di investimento poco serie costituiscono una minaccia crescente. Dalla statistica criminale di polizia risulta che dal 2020 il numero dei reati rilevati nel settore digitale è più che raddoppiato passando da 24 389 a 59 034 casi. Solo nel 2024 la polizia ha registrato 890 casi di truffe su Internet riconducibili a siti truffa. La percentuale di casi risolti ammonta soltanto al 20,9 per cento.

In adempimento del postulato 22.3457 del consigliere nazionale Stefan Müller-Altermatt, il Consiglio federale ha sottoposto a verifica il coordinamento tra l’Ufficio federale della cibersicurezza (UFCS), le autorità di polizia e i gestori di registri per domini .ch e .swiss. Dal rapporto emerge che le basi giuridiche esistenti contenute nell’ordinanza sui domini Internet (ODIn) consentono di agire in maniera efficace. Se le norme vengono applicate in modo sistematico, la quota dei siti truffa il cui blocco va a buon fine è regolarmente superiore al 95 per cento.

È necessario migliorare la prassi applicativa

Dall’analisi del numero dei casi nel periodo tra il 2017 e il 2024 tuttavia emergono oscillazioni notevoli: il numero delle richieste di blocco varia tra 20 e 1492 all’anno. Questi numeri dimostrano che gli strumenti disponibili non vengono utilizzati in modo sufficientemente sistematico e dipendono molto da singoli progetti delle autorità. Per questa ragione il Consiglio federale ravvisa la necessità di apportare miglioramenti a livello operativo: occorre standardizzare i processi di segnalazione e di risposta tra gli attori, promuovere le automazioni tecniche e uniformare le strutture di contatto cantonali.

Dalla verifica non è emersa la necessità di intervenire in maniera immediata a livello legislativo. Le competenze attuali dell’UFCS in veste di servizio nazionale di contatto per le ciberminacce sono sufficienti. Occorre piuttosto consolidare la collaborazione esistente tra Confederazione, Cantoni e gestori di registri e migliorare il flusso delle informazioni. Il Consiglio federale rafforzerà il coordinamento in maniera mirata e integrerà i risultati nell’ulteriore sviluppo della Ciberstrategia nazionale (CSN).

Previsto un potenziamento riguardo a nuovi fenomeni di frode

Le attuali possibilità di bloccare questi siti si limitano ai fenomeni del phishing e della diffusione di malware e comprendono solo in parte le piattaforme di investimento e gli shop online fraudolenti. Nel quadro della revisione prevista della legge sulle telecomunicazioni (LTC) verrà valutato se sia necessario definire competenze supplementari per contrastare questi nuovi fenomeni di frode. Così facendo si terrebbe conto delle richieste formulate nella mozione 24.4393 del consigliere nazionale Michael Götte, che il Consiglio federale ha proposto di accogliere.

Una parte notevole dei siti truffa viene registrata e gestita all’estero. Pertanto una lotta efficace richiede una maggiore collaborazione transfrontaliera, sia nel settore della cibersicurezza tramite organi internazionali di cibersicurezza, sia nell’ambito del perseguimento penale tramite Europol e Interpol.